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Sintesi del Progetto
Sintesi del Progetto - I tesori Archeologici di Barletta PDF Stampa E-mail
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I tesori Archeologici di Barletta
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I TESORI ARCHEOLOGICI DI BARLETTA

Barletta vanta un patrimonio archeologico composto da ben 1548 reperti situati presso la Sala Cafiero e nelle casseforti del primo piano del Castello di Barletta.
Tale deposito, oggetto principale dell’attività di schedatura e catalogazione realizzata con il progetto, proviene da diverse fasi e tipi di acquisizioni (donazioni, sequestri, scavi archeologici mirati e occasionali).
I reperti archeologici sono di varia natura; ceramica (vasi, anfore, piatti, bicchieri etc.), bronzo (fibule, anelli, collane), pietra (selci preistoriche) e oro (spille varie ed una collana), ed appartengono nella maggior parte dei casi al periodo daunio/apulo, ma vi sono anche diverse anfore da trasporto romane ed alcuni pezzi preistorici come ceramiche ad unghiate neolitiche e pietre da taglio in selce.
Il luogo di provenienza dei reperti è circoscrivibile al territorio urbano della città di Barletta (come ad esempio lo scavo di Via Indipendenza) e all'antica cittadella di Canne.
La tipologia del materiale archeologico, costituito quasi esclusivamente da pezzi ceramici, di probabile provenienza tombale, s'inquadra nell'ambito del panorama culturale indigeno apulo, e più particolarmente daunio, del IV-III sec. a. C. Da alcune tombe dell'area Mura S. Antonio – Mura S. Agostino, possiamo riconoscere la provenienza di ceramica apula a figure rosse e dei tipici piatti da pesce, ceramica decorata nello stile Gnathia, ceramica con ingabbiatura bianca, ceramica a vernice nera e diverse terrecotte figurate.
Molto ricorrente è la presenza di ceramica tipica dell'area daunia, come la ceramica listata, a figure rosse e ceramica rivestita di latte e calce attestate in
diverse sepolture del centro storico e delle mura in precedenza citate.
Vi sono invece alcuni esemplari e classi di materiali che indicano in maniera chiara una provenienza da fabbriche canosine, come tutti i vasi a figure rosse di due tombe di Via Venezia, così come confronti molto stretti per l'ambito canosino possono essere indicati per la ceramica tardo-listata della tomba di via Indipendenza, in particolare per il doppio askos con la scena di choros a decorazione sovraddipinta in bruno, arancio e rosa. La cronologia complessiva di quasi tutti i materiali archeologici s'inscrive tra la seconda metà o piuttosto l'ultimo trentennio del IV sec. a. C. e gli inizi del II sec. a. C.
I pezzi di epoca romana conservati, di età repubblicana e imperiale, sono costituiti quasi esclusivamente dal nucleo di anfore rinvenute in località Ariscianne, databili dal pieno III sec. a. C. ad età tardo- antica.



 

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