Il fiume PDF Stampa E-mail
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Il fiume
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Il fiume Ofanto: un elemento geomorfologico i cui attributi di alta valenza storico-culturale e naturalistica lo hanno reso un "bene" del nostro territorio: un elemento che caratterizza un paesaggio di rara bellezza e varietà e ricco di testimonianze e vestigia di insediamenti storici umani storici.
Un elemento di alto valore naturalistico e storico-culturale, citato e decantato in fonti storiche ed artistiche non secondarie, caratterizzato da una importante biodiversità, nonostante il forte impatto delle attività umane, da una paesaggio caratteristico e fonte di ispirazione anche del "De Arte Venandi Cum Avibus" di Federico II di Svevia.
Una valle che ha assistito alla disfatta dell’esercito romano da parte dei Cartaginesi guidati Annibale a Canne in virtù di una strategia militare che ha fatto scuola.
Oltre tutto questo, e in un contesto in cui l’acqua e la sua disponibilità sono un bene comune di rilevanza primaria, l’Ofanto costituisce la risorsa idrica determinante per il territorio ed il suo rispetto deve vincolare l’evoluzione e le scelte socio-economiche che si faranno sul territorio.
L’Ofanto deve divenire il fulcro della riscoperta di una identità culturale e un risorsa da promuovere, migliorare e proteggere nell’ambito della recente istituzione del Parco Naturale regionale nel cui disegno di legge istitutivo si evidenzia la perimetrazione di una zona nella quale è "considerato prevalente l’interesse di protezione ambientale" e una zona "di interesse naturalistico, paesaggistico e storico-culturale, in cui all’interesse della protezione ambientale si affianca quello della promozione di un modello di sostenibilità e di riduzione degli eventuali impatti delle attività presenti".
L’Ofanto ed il suo bacino, pur se fortemente antropizzato, quindi, possono e devono costituire il punto di partenza di una nuova e più consapevole coscienza ambientale nell’ottica di uno sviluppo sostenibile in cui si integrano le esigenze di conservazione ambientale con le politiche di sviluppo economico del territorio e parte integrante di un territorio con forti valenze storico culturali da promuovere e valorizzare.


L’idrografia
Il fiume Ofanto (Aufidus in epoca romana) è uno dei più importanti corsi d’acqua del Meridione d’Italia, lungo circa 165 Km, occupa un bacino idrografico di circa 2780 kmq che interessa le regioni Campania, Basilicata e Puglia. Nasce in Irpinia nel territorio a ridosso dei comuni di Torella dei Lombardi e Nusco a 715 metri sul livello del mare, attraversa la Basilicata e sfocia in Puglia nel mar Adriatico tra i territori di Barletta e Margherita di Savoia.
Di natura pluviale, ha un regime di acque accentuatamente torrentizio, quindi una portata molto variabile in funzione delle condizioni climatiche e di piovosità del periodo temporale con una portata media alla foce di 15 mc al secondo.
Durante il suo percorso accoglie gli affluenti: piccoli corsi d’acqua a carattere torrentizio tra i quali si annoverano, relativamente all’apporto significativo di volumi di acque, in Basilicata, la Fiumara di Atella ed il torrente Locone in Puglia. Di determinante importanza, ai fini degli approvvigionamenti idrici di natura potabile ed irrigua dei territori pugliesi, per loro natura poveri di risorse idriche, sono gli invasi artificiali e gli impianti di captazione costruiti nel tempo nell’ambito del bacino idrografico del fiume e dei suoi affluenti: si citano, tra i tanti, l’acquedotto dell’Ofanto in Irpinia, la diga sul torrente Locone nel territorio di Canosa di Puglia, la diga di Marana Capacciotti.
 
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